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NBA, le 5 prime scelte peggiori della storia

Nella storia dell’NBA ci sono stati tanti giocatori che non hanno deluso le aspettative, campioni in grado di ridefinire gli standard del basket in virtù di quelle che sono state le loro migliori doti. Così potrebbe succedere anche stavolta, con Victor Wembanyama che è ormai considerato da tutti il nuovo “unicorno” di questo sport.

Un ragazzo di 2,26 metri di altezza, con proprietà tecniche fuori dal comune. Un futuro All-Star e forse anche Hall of Famer che intanto ha iniziato bene la sua prima stagione nella lega facendo vedere cose a cui non eravamo abituati per un giocatore della sua stazza.

Di giocatori alti in NBA ce ne sono stati negli anni e ce ne sono anche in questa stagione, ma nessuno mai prima d’ora si era dimostrato così abile nel portare palla, o nel muoversi senza palla anche fuori dal perimetro dove il suo tiro è quasi una sentenza. Certo, avrà ancora molto da fare per migliorare e limitare i suoi difetti ma ormai non c’è più nessuno che non si sia convinto del suo potenziale.

Un altro suo punto a favore è che crescerà agli ordini di coach Gregg Popovich, una leggenda vivente del basket che ha già reso tra i migliori giocatori di sempre gente come Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan.

Proprio come Duncan, Wembanyama potrebbe anche diventare uno dei migliori rookie di sempre, non deludendo quindi le alte aspettative che hanno riposto in lui appassionati e addetti ai lavori nei mesi scorsi. È anche vero, però, che tutto può succedere e così anche che le prime scelte assolute, e meritate per quello che hanno fatto negli anni prima di essere chiamati al Draft, non rispettino le previsioni.

In NBA, infatti, si sono verificati tanti casi così e vediamo quindi chi sono le 5 prime scelte che hanno più disatteso le aspettative della storia della lega.

Le 5 prime scelte peggiori della storia dell’NBA

Anthony Bennett è forse colui che più ha disatteso le aspettative dell’NBA. Scelto con la prima chiamata al Draft del 2013, i Cleveland Cavaliers erano convinti di aver trovato un altro campione dieci anni dopo LeBron James preferendolo a Oladipo, McCollum, Steven Adams, Gobert e Giannis Antetokounmpo. E invece le cose andarono piuttosto diversamente. Nella sua prima stagione nella lega, disputa soltanto 52 partite per poi essere ceduto a Minnesota dove continua a trovare poco spazio. Così si trasferisce ancora una volta andando a Toronto, ma anche qui la situazione non migliora e viene spedito in G-League. Riesce persino a firmare un contratto con i Brooklyn Nets, dove però continua a non convincere, finendo fuori dall’NBA. Il suo nome compare in diverse liste delle peggiori prime scelte di sempre con il The Athletic lo ha messo addirittura al primo posto.

Un altro flop della storia recente del campionato americano è stato poi Greg Oden. Portland decide di prenderlo con la prima chiamata assoluta preferendolo addirittura ad un “certo” Kevin Durant, sicuri che fosse il profilo adatto per rifondare. Anche in questo caso, però, il giocatore non ripagò le aspettative e così saltò subito due stagioni a causa di vari infortuni, con Oden che non riuscì mai ad essere il centro dominante che i Trailblazers si aspettavano.

Il prossimo nome è l’esempio di come anche i più grandi possono sbagliare. Michael Jordan, allora general manager dei Washington Wizards, decide di puntare tutto su una giovane promessa che ha saltato il college pur di arrivare prima in NBA. Parliamo di Kwame Brown, scelto alla uno nel 2001. La sua parentesi nella capitale durerà quattro stagioni, con la fiducia che riponeva in lui MJ mai appieno ripagata dal giocatore. Inizia così una trafila in varie squadre della lega, giocando sempre meno. La sua carriera finisce nel 2013 senza mai aver inciso come ci si aspettava prima che iniziasse la sua carriera nella lega.

Poi, un salto nel tempo, fino al 1972, quando Portland decise di puntare tutto su LaRue Martin scegliendolo al posto di Julius Erving e Bob McAdoo. Mai scelta fu più sbagliata. Al college registrava numeri importanti, ma una volta sbarcato in NBA non andò bene. Dopo quattro stagioni viene scambiato e mandato a Seattle che a loro volta lo tagliano lasciandolo fuori dalla lega.

Chiudiamo questa lista con un nome che forse in pochissimi conoscono, Gene Melchiorre. L’italo-americano fu chiamato alla uno al Draft del 1951 dai Baltimore Bullets, ma la sua esperienza finì subito senza aver avuto neanche la possibilità di mettere piede sul parquet. Squalifica a vita per via di uno scandalo legato a delle partite truccate ai tempi del college e carriera finita in un lampo.